MADE IN ITALY/ Luca Milani e Fabio Melis: riportando tutto a casa
"... di approccio totalmente diverso, anche lui però come Milani ha optato per l’uso dell’inglese, è il bel disco dell’esordiente Fabio Melis, Runaway Train, pubblicato dalla sempre benemerita Route 61 tornata all’attività dopo un periodo di pausa. Una lunga militanza in una cover band di Bruce Springsteen
gli E Streets of Fire, il cantante del New Jersey è suo punto di riferimento essenziale, ma non il solo. Melis tra le altre cose fa il fonico per diversi programmi di Radio 2, dove ha conosciuto Beppe Basile quando quest’ultimo era batterista nella Social Band di Barbarossa, la house band di quel programma e che suona nel disco di Fabio.
L’approccio energico, positivo e scalpitante del musicista americano è lo stesso di Melis ben accompagnato oltre che dal già citato Basile, da Daniele Di Noia al basso, da Domenico Langella al pianoforte e all’organo. La chitarra è di sua mano. Se Fabio Melis si ispira in modo evidente al cosiddetto Jersey Shore Sound, allora la chicca dell’album è Lovin’ eyes a cui prendono parte i fiati dei leggendari Asbury Jukes, sì quelli di Southside Johnny, guidati personalmente da John Isley.
L’anima springsteeniana del nostro si avverte sin da subito nel brano che apre e intitola il disco, scampoli di Springsteen periodo Darkness e The river si avvertono qua e là ad esempio in You’re my precious one e Learn to walk alone, impreziosita da un bel violino: Melis ha però assorbito così bene le sue influenze da farne brani suoi.
Il disco infatti non si ferma qui, ci sono anche spolverate southern rock, come If we want the world saved dal riff bruciante, e l’altrettanto robusta Love is on its way, in cui il sax di John Isleyla porta a un altro livello.
Un bel disco di classic rock che si conclude con l’intensa ballad pianistica The veil is gone in cui spicca ancora un bel solo di sax, dal crescendo emozionante."
Paolo Vites - Il Sussidiario.net
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