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Finalmente è arrivato. Dopo una lunga attesa Fabio Melis, cantautore romano, oltre che chitarrista e polistrumentista, ha pubblicato il suo primo album di inediti in inglese, Runaway Train. Melis aveva scritto diverse canzoni nel corso degli anni, ma le aveva accantonate per dare spazio alle cover e, soprattutto, alla sua tribute band di Bruce Springsteen

denominata E Streets Of Fire. Ora presenta Runaway Train, album di 14 canzoni che sul lato musicale omaggia il sound dei suoi grandi punti di riferimento. Oltre a Springsteen, anche Southside Johnny, Tom Petty, Bon Jovi, gli Eagles e, unico elemento non americano, i Dire Straits di Mark Knopfler. Sul lato lirico Runaway Train parte da spunti autobiografici per dipingere il rapporto di un uomo con se stesso, con l’amore, con la famiglia e con un mondo da vivere e da salvare. Un disco ottimamente suonato e prodotto, che si fregia della collaborazione dei gloriosi Asbury Jukes.

PROTAGONISTI DELLA PROPRIA VITA

Runaway Train ruota intorno alla figura di un uomo che deve ritrovare la sua strada. Alcuni eventi, dalla perdita di un familiare a cui si era legati alla fine di un’importante storia d’amore, hanno segnato la sua vita e lo costringono a riacciuffare la propria esistenza. Una sfida tosta che emerge soprattutto in due canzoni. La title track, accompagnata da un sound californiano alla Tom Petty, parla di un uomo che rinasce e vuole vivere con l’energia di un treno in corsa. Non c’è più spazio per le rinunce, né per le paure. “Un proiettile che attraversa la pioggia”, urla Melis nel ritornello. Learn To Walk Alone esordisce con un verso essenziale: “Non puoi riempire il tuo vuoto con sogni infranti da un’altra vita.”  Una canzone in crescendo, che parte con l’armonica, la fisarmonica e un sound di ispirazione folk per trasformarsi, strofa dopo strofa, in un potente brano hardrock.

Un grande amore finito

Alcuni brani ripercorrono la parabola di un grande amore finito, dai primi tempi al triste epilogo. True Love Prevails si interroga su come possa un amore vero, che ha resistito ai sacrifici e alla distanza fisica, diventare un ostacolo insormontabile. Davvero non si può ripartire insieme? è la domanda essenziale in un brano rock che sembra ispirarsi al rock anni ’80 dei Bon Jovi e al sound della springsteeniana Roulette. Sullo stesso punto si soffermano When Our Love’s Gone, che coglie le sonorità del rock melodico di fine anni ’80 e inizio anni ’90, e Lovin’ Eyes, il primo singolo del disco, nel quale un uomo, dopo anni, sente ancora la mancanza dello sguardo della donna che amava, nel momento sacro in cui mettevano a letto. Un brano che omaggia l’Asbury Sound, impreziosito dall’inconfondibile perfomance ai fiati degli Asbury Jukes di Southside Johnny, che quel sound hanno contribuito a rendere celebre.

La centralità della figura femminile

Nel disco è centrale la figura femminile: non solo la donna ormai perduta, ma anche quella che riempie di colori le giornate e i sogni. Hold Me In Your Arms, che prova a miscelare il Wall Of Sound della E Street Band e una chitarra Les Paul con pedale Wah, narra il sogno di un cantante che si innamora a prima vista di una ragazza tra il pubblico. In Slave With No Chains, la canzone più allegra in pieno stile americano con chitarre e sax che suonano a festa, c’è una donna che balla sotto la pioggia, schiava della musica ma libera da ogni vincolo. The Veil Is Gone è una dolce ballata che richiama le melodie degli Eagles con inserti gospel e racconta del momento, convulso ma pieno di magia, in cui il protagonista si accorge che il rapporto di amicizia verso una donna sta diventando qualcosa di più.

Amori e mondi da salvare

L’amore spiazza e delude, ma resta un valore. Il protagonista di Love Is On Its Way incontra una ragazza che, delusa, non vuole più amare, e la incoraggia a lasciare che l’amore prosegua nella sua strada. Se il tema richiama Two Hearts di Springsteen, il brano è un rock con inflessioni R&B, tra fiati e slide guitar. You’re My Precious One è la dedica solenne a una donna che sta aiutando il protagonista a rivivere l’amore nella sua pienezza. Lo splendido assolo di sassofono si ispira all’assolo di Chris White nella versione di Romeo And Juliet che i Dire Straits avevano introdotto nel loro ultimo tour. Si stacca tematicamente If We Want The World To Be Saved, un southern rock scritto in piena pandemia, quando Melis si è reso conto di quanto l’aria e il mare fossero più puliti nel momento in cui l’uomo ha rallentato nell’inquinare il pianeta.

Momenti intimi

Nel disco non mancano i momenti autobiografici. Sweet Caroline, scritta oltre vent’anni fa, è la dedica amorevole di Melis alla nonna materna. La sua morte fu per lui la fine dell’innocenza, trascorsa senza lutti e sofferenze, e l’inizio della vita adulta. Musicalmente la ballata, ricca di chitarre e di archi, si ispira al sound di Mark Knopfler e dei suoi Dire Straits. Pretty Little Child, una semplice ballata basata su pianoforte e chitarra acustica, esprime il desiderio mai sopito di paternità da parte di un uomo senza figli. Se è vero che i bambini, prima di nascere, siano da qualche parte tra gli angeli, Melis immagina che la sua figlia mai nata senta che quaggiù qualcuno sta suonando per lei. Waiting For Us è una canzone di fratellanza, dedicata in particolare al fratello ritrovato dopo tempi difficili di separazione. La canzone è una brillante ballata rock che nel testo e nella musica riporta a Bobby Jean, una delle più belle canzoni sull’amicizia di Bruce Springsteen.

IL TRIONFO DELLA BALLATA ROCK

Sul lato musicale Runaway Train è un sentito omaggio alla ballata rock americana. Rivivono le sonorità che hanno traghettato nel nuovo millennio un genere che a metà degli anni ’70 era a rischio di estinzione. I protagonisti di quel periodo di rinascita (insieme ai citati nell’articolo aggiungo John Mellencamp e il più recente Joe Bonamassa) tornano nel sound che Fabio Melis propone orgogliosamente. Gli strumenti dominanti sono la chitarra (che lo stesso Melis suona da virtuoso dello strumento) e il sassofono (rilevante nelle produzioni dei suoi grandi idoli, Springsteen e Dire Straits in testa). Ma nel tessuto musicale emerge anche la convivenza, tipica del glorioso Asbury Sound, del pianoforte con l’organo hammond, nella ricostruzione di quel muro di suono che nella seconda metà degli anni ’70 ha fuso il rock con il soul, il country e il rhythm & blues. Anche l’assetto vocale si rivolge a quell’epoca: Fabio Melis ricrea, in proprio o con il supporto del fratello Marco e di Antonio Zirilli, i vocalizzi che hanno reso celebri i duetti di Springsteen e Southside Johnny con Steve Van Zandt e di Bon Jovi con Richie Sambora. Non mancano, come detto, le ospitate celebri: i fiati degli Asbury Jukes e, in particolare, la magia del sax di John Isley, esecutore di bellissimi assoli nell’album. Completano la line-up Beppe Basile alla batteria, Daniele Di Noia al basso, Domenico Langella al piano e organo (oltre a singoli contributi di Gianfranco Cordella al piano e Damiano Minucci alle chitarre).

Curiosità

Nel suo album Fabio Melis non persegue l’obiettivo di elaborare un sound distintivo, ma coglie l’occasione della pubblicazione di un album di inediti, così a lungo inseguita, per dichiarare fieramente il suo amore per il rock degli anni ’70 e ’80. La sua operazione trova un forte stimolo dalla convinzione che quel genere, oggi definito classic rock con un’accezione superficiale, quasi negativa, sia stato fondamentale nella storia della musica popolare. Il grunge da un lato e il rock “digitale” dall’altro negli anni ’90 sembrarono trasformare il rock prodotto nel decennio precedente in qualcosa di superato. Ma l’intento di Melis, oltre a una professione di fede, è quello di dimostrare quanto quel rock, tra melodia e suoni forti, sia ancora bello e attuale.

Dario Migliorini - Words & Music.it
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recensione dario migliorini